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“Abbiamo costruito un mondo che ruota attorno ai biambini” | 4 chiacchere con Daniela Pastore

Daniela lavora a Casa Base Avigliana da quando è stata aperta: era l’8 maggio 2011. Inizia lì la sua avventura nella comunità di Avigliana, dopo un lungo percorso umano e professionale che l’ha vista attraversare tutti i servizi di cura della nostra Cooperativa Paradigma.

Oggi è mamma di due ragazzi di 20 e 24 anni e di Casa Base Avigliana è la coordinatrice.

“Partiamo dal principio! Al mio arrivo in Paradigma lavoravo nell’Educativa Territoriale a Torino: i bambini erano già nel mio destino. Già allora impiegavo parte del mio tempo come educatrice in un centro diurno per persone con disabilità che la Cooperativa gestiva a Torino. Dopo poco mi sono spostata a Chieri per la mia prima esperienza in Casa Base: lo ricordo come un periodo denso di emozioni, viaggi e ritorni importanti. Sono diventata mamma di due bambini e tornata a Torino e al mondo della disabilità, per diventare coordinatrice di 2 centri diurni…”.

7 anni dopo, arriva Casa Base Avigliana… un nuovo inizio per te e per la nostra Cooperativa tutta!

“Ricordo ancora bene i primissimi giorni e tutti i bimbi con cui abbiamo iniziato questa avventura. Bimbi e ragazzi in realtà, perchè se oggi ad Avigliana ospitiamo solo piccoli tra i 6 e gli 11 anni, e a Chieri dai 12 ai 18, all’epoca la distinzione non era ancora così netta…”.

Dal primo giorno abbiamo posto i bambini al centro e cercato di costruire un mondo che ruota attorno a loro.


“Si è lavorato da subito per costruire rapporti significativi con le realtà territoriali: la scuola, la parrocchia, i commercianti, il Comune, le società sportive, i contesti che i bimbi frequentano ogni giorno; abbiamo alimentato una rete di persone che ci affiancassero nel lavoro di cura: volontari, servizio civilisti, tirocinanti, coppie in attesa di un’adozione che volessero sperimentarsi nella relazione con i bambini.

TUTTI INSIEME, ognuno con le sue competenze e risorse, potevamo contribuire a far crescere i bambini in un clima il più possibile sereno e normale”.

Un obiettivo grande e importante: quanto ti ha aiutata il precedente percorso professionale nel mondo della disabilità?

“Molto! Ovviamente ci sono delle differenze fra il lavoro con i bambini e quello con persone con disabilità, ma nulla di insormontabile.

L’approccio adottato da noi di Paradigma nell’affrontare ogni situazione è in fondo lo stesso: al centro poniamo il bambino o la persona disabile insieme alla sua FAMIGLIA. 


“Tentiamo di porci al loro servizio laddove vi è necessità. In Casa Base incontriamo famiglie che hanno affrontato difficoltà a seguire la crescita dei figli: anche con loro il desiderio è di capire quali risorse mettere in campo per supportarle…”.

Disabilità o tutela minori: la cura della persona passa sempre dall’attenzione per il mondo che la circonda!

“Esattamente! Sì, i bambini arrivano da percorsi di vita complicati, ma il loro viaggio di cura passa anche dal recupero della relazione coi genitori. Sarò sincera, non è facile: dall’esterno si tende a “giudicare”, ad approcciare il genitore che ha commesso degli errori in modo punitivo. Nulla di più sbagliato: anche nelle situazioni più critiche c’è sempre del buono, delle risorse da sviluppare per il bambino e la famiglia tutta!

Un ricordo importante: Daniela e i suoi operatori alla festa per i primi 10 anni di Casa Base Avigliana

“Coordinatrice” della comunità: ci descrivi il tuo lavoro?

“Innanzitutto sono parte integrante del gruppo dei miei educatori: anche io ho turni di servizio in comunità in cui sto a diretto contatto con i bambini. Il mio compito principale è però quello di facilitare la costruzione di opportunità, di contatti con l’esterno.

Coordino la squadra degli operatori per far sì che si raggiungano degli obiettivi che tutti cerchiamo di condividere. Non do ordini, ma facilito le connessioni: cerco di tirare fuori il meglio dalle capacità di ognuno, dai contatti, dalle relazioni. Lavoro per mettere insieme tutti i pezzi del mosaico, per fare in modo che s’incastrino e che il quadro sia ogni giorno più bello per i bambini”.

Parliamo di Daniela: il tuo è un lavoro fatto di emozioni forti e contrastanti. Specie per chi è genitore e potrebbe essere mamma o papà dei 10 bambini ospiti di Casa Base .

“Sì, l’impatto emotivo è forte, soprattutto all’inizio. Quado sei più giovane vivi una grande ambivalenza: è bellissimo stare vicino ai bimbi, sostenerli e vederli crescere, ma ti confronti anche con le difficoltà del loro passato, con una sofferenza di cui diventi il parafulmine.

L’esperienza aiuta: dopo tanti anni di lavoro molte cose mi scuotono di meno, riesci a elaborare meglio il quotidiano e ad essere prima d’aiuto agli altri. Certo, il peso emotivo te lo porti dietro… e per fare questo lavoro devi imparare ad ascoltarti tanto, non bisogna tenersi nulla dentro. Siamo educatori, non siamo fatti di ferro!

“Imparare ad ascoltarsi” è un gran bel consiglio. Anche per te quello in Casa Base è stato e continua ad essere un viaggio di crescita!

Di crescita e relazione! Casa Base mi ha fatto crescere come mamma e come persona. Il lavoro me lo porto a casa perché è diventato parte di me: ha cambiato il mio modo di stare con le persone. Lo dicevo prima: se abbiamo creato tutto ciò che ruota attorno ai bambini è perché abbiamo lavorato per primi su noi educatori, sulla nostra capacità di stare nelle relazioni più diverse.

Ognuno con le sue timidezze, abbiamo imparato a raccontare l’importanza di cosa accade fra le mura di Casa Base, tessuto relazioni e favorito la continua crescita di quella rete di amici e sostenitori che non ci lasciano mai soli. Oggi Casa Base non sono più le 4 mura della comunità e 10 educatori, ma anche tante, tantissime persone là fuori…”. 

Grazie mille Daniela. Lasciamo a te la scelta di come chiudere quest’intervista!

Voglio lasciarvi una frase! L’ha pubblicata sui social una mamma che stiamo seguendo in questo periodo. Mi ha scaldato il cuore. Mi ha fatto pensare che con lei le cose stanno procedendo bene: restituisce tanta gioia, felicità e senso e quel percorso di cura per la famiglia tutta di cui parlavamo!

“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare da dove sei e cambiare il finale”. 
(C.S. Lewis)

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