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“Arrivederci scuola, ti aspettiamo a settembre!”

Il 10 giugno si è chiuso l’anno scolastico 2019/2020, che ricorderemo tutti come uno dei più strani di sempre. La scuola ai tempi dei Covid-19:  ci chiediamo come la ricorderanno i nostri bambini e ragazzi quando saranno grandi… ma possiamo farcene un’idea grazie ai contributi che ci hanno mandato gli educatori di Casa Base Avigliana e Chieri.

Da Casa Base Avigliana

Il primo pensiero va ai primi giorni di pandemia: non è stato semplice per i nostri piccoli capire che compiti a casa e videolezioni avrebbero sostituito la scuola. Fondamentale è stato ricreare per loro una routine di normalità: ci si dedicava alla scuola al mattino e allo svago al pomeriggio. Abbiamo tutti fatto del nostro meglio, ma diciamocela tutta, in comunità come nelle case di tanti italiani il 10 giugno si è tirato un sospiro di sollievo. Nonostante l’attenzione degli insegnanti, l’impegno dei bambini e l’aiuto degli adulti, è stato complicato. Non è facile concentrarsi e lasciarsi coinvolgere, passare così tante ore davanti a pc e tablet, con la connessione che a volte non aiuta un ambiente circostante ricco di distrazioni.

A Casa Base Avigliana abbiamo notato che erano soprattutto i più piccoli a faticare: le videolezioni erano un susseguirsi di piccole vocine che chiedevano alla maestra di ripetere cosa avesse detto, di fermarsi perché non erano riusciti a scrivere tutto, suscitando così, in noi educatori che ascoltavamo da fuori, un mix di tenerezza e comicità.

I bambini però sanno sempre sorprenderti: al netto delle difficoltà, non vedevano l’ora che iniziasse la lezione per salutare i propri compagni. Ecco il problema maggiore di questi lunghi mesi, la mancanza di socialità e relazione coi coetanei, le risate durante la ricreazione, i giochi in giardino e nei corridoi, l’abbraccio della maestra.

A., 12 anni:

Non sono molto contento che sia finita la scuola, perché è finita così… con una videochiamata! Quasi non sembrava l’ultimo giorno. Poi mi dispiace tanto di non aver potuto vedere i Prof e i compagni, è stato troppo strano!


Da Casa Base Chieri

Sì, anche da noi a Chieri la quarantena ha scombinato la quotidianità dei ragazzi, che sono in media un po’ più grandicelli di quelli di Avigliana. Tutti loro si sono destreggiati tra videolezioni su Skype, Classroom, nuovi modi di rapportarsi con professori e compagni, in un differente modo di vivere “l’andare a scuola”. Noi educatori li abbiamo aiutati a reinterpretare le loro giornate: una sala della comunità è stata adibita ad aula di lezione e col tempo sono diventati tutti abilissimi nell’uso di computer e tablet.

Sono strumenti divertenti alla loro età, ma gli è mancato qualcosa. Guardando a settembre il desiderio comune è di ripartire in aula, guardandosi finalmente tutti negli occhi, compagni e professori. La voglia di relazione è tanta: ora che l’estate è ufficialmente iniziata, due dei ragazzi più grandi inizieranno l’esperienza da animatori, mentre i più piccoli frequenteranno i Centri estivi dove, pur con tutte le precauzioni del caso, torneranno a sfogare la loro voglia di vivere fra attività e laboratori di ogni tipo.

I., 12 anni:

Sono un po’ dispiaciuta perché non ho visto i miei compagni per tanti mesi e dovrò aspettare settembre per poterli rivedere, è un sacco di tempo!

C’è poi chi dovrà continuare a studiare per sostenere gli esami e concludere il proprio percorso formativo e chi, infine, è già eccitato per settembre, quando iniziarà la nuova, grande avventura della Scuola media!


Per tutti, domani è già settembre

Casa Base Avigiana Avigliana e Chieri sono la casa di 20 bambini e ragazzi che ogni giorno riguadagnano un po’ della serenità che avevano perso. 20 giovani di età, prospettive, desideri diversi, la cui varietà rispecchia il mondo giovanile là fuori. 20 giovani che sembrano oggi ribadire in coro il desiderio di divertirsi, di dimenticare la paura e l’isolamento di questi mesi per tornare, a settembre, a mettere la sveglia presto portando in fondo al cuore un pensiero quasi inconfessabile… “CI SEI MANCATA, SCUOLA!”.

Elisabetta ed Elisa, educatrici di Casa Base Avigliana e Chieri